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La responsabilità

  • Immagine del redattore: Maria Lavinia Biasi
    Maria Lavinia Biasi
  • 28 nov 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 30 nov 2019


La responsabilità è sacrificio o impegno?

Da sempre sentiamo nella nostra vita il “peso della responsabilità”.

Responsabilità che spesso è verso qualcosa o qualcuno che non siamo noi.

Continuiamo ad occuparci di tutto ciò che ci fa sembrare vivi ma che in realtà ci fa morire ad ogni respiro, poiché ci annienta, ci annulla, in quanto non è l’espressione di noi stessi.

Quando siamo orientati a dimostrare, ad apparire, ad accontentare, a tollerare, a sacrificare, e tanto tanto altro, dobbiamo comprendere che non siamo nello stato di amore, siamo in uno stato di bisogno ed emaniamo questo bisogno… bisogno di essere amati, bisogno di essere ammirati, di essere compatiti, bisogno dell’autorizzazione ad esistere.


Ogni essere vivente, dal momento del concepimento in poi, ha il diritto ad esistere per quello che è. In modo più preciso, l’individuo umano, ha il diritto ad esistere in modo consapevole e cosciente.

Questa attitudine ci permette di essere nella libertà di scelta. Una libertà che consente di scegliere il vero cammino di vita o un cammino di vita in una maschera per bisogno o necessità.

Avere il coraggio di scegliere il vero cammino di vita ci rende liberi poiché ci permette di sciogliere tutti i nodi che la sopravvivenza ha messo nella nostra memoria a tutela della sopravvivenza stessa.

Dove è il nostro essere nello stato di sopravvivenza?

In noi e attraverso noi, vivono paure, timori, ansie, ingiustizie della memoria passata, che condizionano il nostro presente.

Tutti questi condizionamenti ci fanno avere una percezione della realtà a vantaggio della sopravvivenza della specie.

Dove siamo noi in tutto questo? Nelle lotte per il potere, per la supremazia, nell’avidità, dov’è l’essere umano nato per la relazione umana?

Viviamo ancora pienamente in uno stato di territorialità e avidità per paura di non avere abbastanza. Quindi vogliamo di più, per essere sicuri che non mancheremo di nulla… è così che si crea la “mancanza”.

Uno stato di mancanza schiavo della bramosia di avere, di possedere.

Più sono in possesso di cose, più penso di colmare lo stato di mancanza. Ma lo stato di mancanza così si autoalimenta. E quando non possiamo raggiungere alcune di quelle cose che ci danno sicurezza nella vita… crolliamo. Oggi è facile crollare.

Crolliamo perché non esistiamo nella nostra vera essenza e, indossando una maschera per aderire a modelli vincenti, non siamo radicati nella fiducia di avere un valore come individui, come esseri umani.

Non abbiamo mai riconosciuto la nostra unicità, il nostro valore, il nostro talento, la nostra vera faccia. Abbiamo costruito una bella facciata, come gli altri la vogliono, come alcuni hanno deciso che è giusta. Non riconoscendo la nostra unicità non possiamo riconoscere che abbiamo un talento da esprimere che andrà ad incontrare altri talenti al servizio della crescita dell’umanità e dell’evoluzione. Non sentiamo il senso di appartenenza alla vita e a tutta la sua manifestazione.

Questo disconoscimento crea le mostruosità che purtroppo circolano nella sopravvivenza, nell’attaccamento al dolore generante sofferenza per sé stessi e per tutto ciò che è intorno.

Stiamo perdendo di vista noi stessi a vantaggio di ideologie, protocolli, convenzioni; tutti strumenti creati a svantaggio dell’individuo.

Non siamo robot, macchine, ingranaggi… siamo umani con una forza intelligente che anima il corpo.

Forza che pur essendo della stessa sostanza ha in ognuno delle sfumature diverse, dei toni precisi, delle espressioni uniche e irripetibili.

È questa l’unica responsabilità che la vita ci chiede. Essere aderenti al nostro potenziale.

Riconoscere tutto ciò che vincola, che condiziona, che frena l’espressione di questa forza intelligente abitante le nostre cellule, diventa un punto di partenza verso la libertà.


Nostra responsabilità è incontrare e sintonizzarci nelle frequenze della nostra vibrazione originaria, portarla alla luce attraverso un processo di trasmutazione delle parti pesanti di noi in amore.

Siamo amore nell’amore, ma dobbiamo comprenderlo.

Abbiamo il compito di tirarci fuori dalla competitività per essere a favore della collaborazione, fuori dalla separazione per essere a favore della condivisione, fuori dall’ideologia per essere a favore della compiutezza.

La vita ci chiede di diventare esseri compiuti. Un essere compiuto è un essere che manifesta pienamente sé stesso vivendo nella propria esistenza armonia e bellezza. Solo così potrà emanare armonia e bellezza.

Una psiche armonica crea una mente armonica e funzionale, una mente armonica crea e supporta un corpo armonico la cui fisiologia è espressa da uno stato di salute nel benessere.


Tutti vogliamo la libertà della nostra unicità ma non riusciamo ad assumere la responsabilità per riconoscerla e manifestarla.

Essere liberi significa scegliere sé stessi e non volere di essere diversi da ciò che siamo.

Nel momento in cui desideriamo di essere altro, dobbiamo prendere coscienza che siamo intrappolati in un processo mentale di idealismi… che non sono la realtà della nostra esistenza.

Quando desideriamo di essere altro non possiamo essere nella compiutezza, non possiamo essere felici. Siamo nell’idea di essere mancanti. Siamo infelici.


Unici ed irripetibili… il nostro concepimento non si ripeterà mai più nella storia dell’umanità. Questa è l’unica cosa che ci dà valore. Questa è l’unica libertà che abbiamo… scegliere di essere unici ed irripetibili per occupare il posto che ci spetta nel sistema di appartenenza. Posto che solo noi possiamo occupare. Immaginate un puzzle… una tesserina in un disegno meraviglioso, una goccia nel mare, una nota in una musica, una sfumatura nei colori. Quando una piccola parte viene meno, l'intero sistema non sarà più lo stesso.

Questa è la responsabilità. L'essere consapevoli di questo valore, di questa importanza. Nulla di ciò che si manifesta può essere inutile... non si sarebbe manifestato.


La vita ci ha voluti, abbiamo il diritto e la responsabilità ad esistere nella purezza della nostra sostanza.

Solo la vita dà l’autorizzazione ad esistere, nient’altro e nessun altro… ad esistere nella bellezza che siamo.

La vita ci chiede solamente di assumere la responsabilità di ciò che ci ha affidato in quanto sacro a noi stessi e alla storia dell’umanità. Ci chiede di impegnarci ad essere UMANI.


Maria Lavinia Biasi


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