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La pratica osteopatia

  • Immagine del redattore: Maria Lavinia Biasi
    Maria Lavinia Biasi
  • 20 set 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 26 nov 2019



Still, parlando della filosofia osteopatica, dice:


questa filosofia ha scelto la fascia come fondamento sul quale reggersi”.



Il sistema fasciale è una struttura nel corpo senza soluzioni di continuità.

L'organizzazione strutturale del corpo si poggia su una totale continuità tissutale, e l’architettura del corpo e dei suoi tessuti è in totale interazione, contrariamente a quanto è stato coltivato in questi decenni riguardo alla “compartimentalizzazione dell’individuo”.

Il telaio extracellulare è in continuità con il telaio intracellulare, dalla membrana plasmatica cellulare all’organizzazione interconnessa con fibroblasti che costituiscono una rete intracellulare, e l’uno influenza l’altro.

Questa struttura che rende un’unità l’organismo in toto, e che ne è la trama tissutale, è stata anche definita “ectoscheletro” in relazione alla sua continuità ed alla sua funzione di sostegno.

Dalla cellula all’organo, dall’organo al sistema, dal sistema all’apparato, dall’apparato all’organismo… così si definisce la forma dell’individuo.

Il tessuto fasciale a questa funzione di sostegno dell’intero organismo associa anche funzioni di ancoraggio, avvolgimento, trasmissione della forza e delle informazioni, nutrimento, protezione e propriocezione.


L’obiettivo principale della medicina osteopatica è quello di promuovere la salute attraverso l’amplificazione delle potenzialità intrinseche di autoregolazione dell’organismo, pertanto, in una pratica osteopatica, è importante identificare e permettere al corpo di risolvere qualsiasi disfunzione abbia compromesso tali potenzialità.


L’osservazione di reperti obiettivi quali il cambiamento della trama tissutale, il colorito, l’asimmetria, ecc, e il sentire attraverso il tocco osteopatico che dà informazioni su eventuali restrizioni di mobilità e motilità, plasticità, densità, tensioni e retrazioni, permettono di mettere in luce la disfunzione che ha prodotto il decadimento dell’equilibrio organico.

Non dimenticando che l’organismo non è solo fatto di ossa e muscoli, di questa struttura dobbiamo ricordare le componenti viscerale ed emotiva, anch’esse correlate ai meccanismi di autoregolazione organica. In altre argomentazioni si è infatti parlato di cisti energetiche come delle densità di struttura dove è intrappolata una quantità di energia derivante da traumi fisici o psichici.


La fascia ha caratteristiche contrattili simili al muscolo liscio pertanto tutte le interferenze, una fra tante l’infiammazione, possono alterare lo stato di contrattilità causando retrazioni, distorsioni, influenzando il coordinamento neuromuscolare e conducendo potenzialmente ad alcune patologie o sindromi dolorose.

Il risultato di tali trasmissioni di forza alterate si potranno apprezzare localmente oppure si avranno delle distorsioni posturali in relazione alle fasce toraco-lombare, cervicale e altre, rilevabili attraverso la limitazione del movimento o asimmetrie funzionali e posizionali.


Altro aspetto importante della fascia è la presenza dell’acqua intrafasciale che può attivare biomolecole risonanti per auto-organizzarle attraverso i domini di coerenza che regolano l’organizzazione strutturale e le varie funzioni tissutali.

Pienta e Coffy infatti suggeriscono che il citoscheletro funge da oscillatore armonico in quanto un sistema basato sulla matrice di tensegrità tissutale.

Per fare un esempio possiamo pensare al diapason. Avendo a disposizione due diapason che abbiamo la stessa frequenza, se ne viene colpito uno e questo entra in vibrazione anche l’altro per risonanza incomincerà a vibrare.

Questo vale anche in biologia per le molecole che sono in grado di creare grosse vibrazioni con una possibile trasmissione anche a distanza: se due molecole sono eccitate alla stessa frequenza, il loro comportamento dinamico è dominato da una reciproca attrazione per cui avviene una precisa sequenza sinergica, collettiva e a lungo raggio.

Da poche parole si può dedurre come la distorsione in una piccola zona dell’organismo si possa ripercuotere, risuonare all’intero organismo.


Quando c’è una sintonia tra gli stati fisiologici o emozionali c’è trasmissione di informazioni altrimenti c’è incomprensione.


Ogni fibra di collagene del corpo è incorporata in strati molecolari di acqua aggregata in modo ordinato in un graticolato cristallino.

È lo staff di Gerald Pollack che ha scoperto il graticolato cristallino, un quarto stato di aggregazione delle molecole di acqua in prossimità di superfici idrofile (presenti ovunque nel nostro corpo) che dà vita ad acqua purissima, presentando delle caratteristiche diverse dalla comune H2O, poiché non solo si riordina ma si autodepura in quanto impulsi elettrici espellono minuscole particelle da questo strato.

Questo sistema può offrire la possibilità di comprendere vari meccanismi biologici che sono governati da processi biofisici, come la correlazione tra cicatrici, lesioni, infiammazioni, traumi e l’alterazione strutturale della rete fasciale con la conseguente disfunzione fasciale nel continuum strutturale.

Permettere ai processi biofisici di ripristinare la normale e fisiologica attività significa permettere il ripristino della salute.


Questo continuum strutturale comprende lo stato fisico-mentale-psichico poiché anche la mente e la psiche hanno una struttura coerente alla struttura fisica in quanto parti di essa.


Lo stato di salute è dato dall’espressione coerente di questo continuum.

Lo stato di malattia è espresso da uno stato incoerente di questo continuum.


La pratica osteopatica si interessa semplicemente, attraverso tecniche di competenza, di ridare la possibilità all’individuo di ripristinare la coerenza persa con l’avvento della disfunzione. L’obiettivo è che il continuum cristallino possa funzionare come un mezzo olografico quantico ed esprimersi come campo vibrazionale coerente.

È così che l’individuo proietta le sue parti, organica-mentale-spirituale, in uno stato di benessere per il benessere collettivo.


“Si può irradiare solo ciò che si è”.


Visto che negli ultimi tempi siamo sempre più proiettati verso l’esterno, è importante ricordare che


se si ha veramente a cuore ciò che ci sta intorno

è bene ricondurre l’attenzione su sé stessi

perché solo essendo nel benessere si può creare benessere"


Maria Lavinia Biasi


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