Il rinnovamento
- Maria Lavinia Biasi
- 21 apr 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 26 nov 2019

La forma evolve attraverso l’esperienza. È un concetto chiave in osteopatia dove vediamo chiaramente vincolati la struttura e la funzione. Ogni forma ha una particolarità che è funzionale al proprio compito da vivere, alla funzione da svolgere, che è in continua trasformazione, rinnovamento.
Niente è duraturo quanto il cambiamento Ludwig Borne.
Il cambiamento è infatti l’unica cosa reale della nostra esistenza. Non esiste forma vivente ancorata a dei limiti immutabili. Tutto è in un continuo mutamento. Mutamento che è fluido in natura ed è innescato dall’esperienza dell’istante di vita presente. Il “dopo” in natura rappresenta il “come” è vissuta la realtà presente. Ed è naturale così.
L’essere umano un po’ si è distaccato dalle leggi naturali della vita attraverso l’evoluzione del pensiero fino a convincersi di poter attuare qualsiasi cosa attraversasse la propria mente. Questo lo ha portato a costruire una realtà voluta, diversa dalla realtà vera. La causa che lo ha portato a convincersi di poter realizzare la sua volontà ad ogni costo, è l’impossibilità di concepire il dolore e la sofferenza.
Il dolore è frutto di una mancanza di fluidità nelle leggi della natura per una sorta di attaccamento al mondo conosciuto, non si riesce ad accettare che tutto in natura è in continua trasformazione e rinnovamento e quindi tutto è mutevole.
Si costruisce la propria sofferenza sugli attaccamenti. Il dolore è un momento della vita, mentre la sofferenza è tutto ciò che ne deriva perché si ritiene ingiusto quel momento e si continua a vivere attaccati a quell’istante passato perdendo di vista la realtà contemporanea che inevitabilmente scorre davanti alla propria esistenza.
Si crea un’alterazione della realtà che è la realtà percettiva, la realtà che ognuno coglie in base al proprio dolore, alle memorie. È come indossare un occhiale blu e tutto ciò che circonda diventa blu. Questa è la realtà come viene percepita, che sposta dal concreto … dal reale all’illusione.
Naturalmente quando si vive in questa modalità tutto diventa più difficile perché perde della fluidità innata, della sua naturalezza. Si creano delle condizioni, dei vincoli che rendono possibile solo la sopravvivenza.
Questo crea una mancanza di comunicabilità perché ognuno si fissa sulle proprie percezioni che diventano giuste rispetto a quelle dell’altro che sono sbagliate. In questo processo di separazione dalle leggi naturali e dal contesto reale l’essere umano crea spazio alla sofferenza. Si crea uno stato di inerzia, di ripetitività, dove tutto assume un’abitudine, un ancoraggio alle sicurezze, un modo robotico per sopravvivere. La paura e l’angoscia hanno il sopravvento e impediscono ad ognuno di contattare la parte sacra di Sé attraverso il quale si dovrebbe fare esperienza del quotidiano.
L’azione lascia il posto alla reattività per resistere alle controversie che subiamo nella quotidianità.E con questa modalità si perde la parte umana di sé stessi divenendo degli abili lottatori nel garantirsi ciò di cui si pensa di avere bisogno. Bisogno di sopravvivere a sé stessi. Lontani dalla vita che attraversa la forma si cerca insistentemente di mantenere tutto immutabile.
Si desidera la stessa pelle per sempre ignari del processo di rinnovamento fisiologico che pervade l’interezza dell’individuo. Ogni cellula del corpo ha un periodo di vita e prontamente alla morte viene sostituita da una cellula che nasce.
In ogni istante muore una parte di sé per dare vita ad una parte nuova. Il corpo, la mente e la psiche sono in continuo rimaneggiamento e il dopo, come in qualsiasi aspetto della natura, è determinato dalle condizioni dell’istante presente. L’unica realtà in cui si può agire in consapevolezza e coscienza è il presente, poiché il passato non è più trasformabile e il futuro deve ancora accadere ed è futuro di quello che è adesso.
Essere presenti alla realtà quotidiana può essere l’occasione di testimoniare la trasformazione che inesorabilmente accade nel processo evolutivo della vita. Solo in questa presenza si può vivere il rinnovamento a sé stessi...si muore a sé stessi ad ogni istante per rinascere all’istante successivo nella consapevolezza del presente.

Maria Lavinia Biasi
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