Cisti emozionale
- Maria Lavinia Biasi
- 30 ago 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Le “cisti emozionali” sono state descritte da Upleger come zone di addensamento energetico, aspecifiche, non coinvolgenti tutto un organo, ma localizzate nei tessuti, sempre prodotte dal sistema emozionale e derivanti dall’evento emozionale stesso non elaborato, inconscio, che viene incistato poiché non ha avuto elaborazione, e quindi possibilità di fluire con una trasformazione energetica.

Diverso è nella somatizzazione su un organo. Quì il processo di elaborazione si esprime in parte, arrivando ad una manifestazione concreta con l’evidenza di un sintomo in un preciso organo, simbolicamente o analogicamente collegato all’emozione che lo ha generato, che viene inteso come qualcosa da combattere. Nella somatizzazione l’energia è più densa, e si indirizza a prendere forma, per cui inizia ad essere identificabile.
Con queste modalità il sistema corpo-mente-spirito mantiene delle informazioni che potrà elaborare in un momento successivo, quando una condizione analogica o simbolica lo richiamerà, poiché in quel momento in una condizione emotivamente non idonea a confrontarsi con quanto deriverebbe dall’elaborazione dell’evento stressante e la sua conseguente emozione.
Così questa densità energetica ostacolerà la motilità e la mobilità di detta zona e produrrà delle lesioni osteopatiche evidenziabili con i vari test osteopatici a disposizione del terapeuta.
Le complicazioni da ritenzione di cisti energetiche dipendono dal contesto emotivo, dalla quantità di energia intrappolata nelle cisti e dalla loro collocazione. il corpo troverà degli adattamenti continui, ma lentamente, in un periodo variabile, essendo compromessi la fluidità del distretto, in particolar modo la componente energetica che si ripercuote nei sistemi di vascolarizzazione e innervazione, ed essendo questa una componente attiva che interferisce sulla fisiologia del sistema, la sede delle cisti può essere compromessa nella sua funzionalità.
Nel trattamento osteopatico sarà possibile seguire due vie per la liberazione di questa energia intrappolata:
- La via cosciente
- La dispersione della cisti energetica
La dispersione di questa energia intrappolata può ottenersi attraverso la manipolazione che è seguita da una liberazione dei tessuti coinvolti portando ad una sensazione di benessere anche immediata, che alcune volte è accompagnata da una liberazione anche emotiva.
La via cosciente impegna terapeuta e paziente in un processo di accoglienza e conoscenza dell’energia intrappolata diretta alla memoria cellulare, la cui liberazione permetterà il sorgere di una nuova consapevolezza con la possibilità di un’elaborazione dell’emozione incistata che consente uno spostamento nel percorso evolutivo della singola persona.
Naturalmente non tutti riescono, nel percorso della vita, ad effettuare questo tipo di elaborazioni, per cui in alcuni casi è importante procedere per un sollievo dagli effetti periferici che queste manipolazioni producono, dando così, un aiuto alla persona.

Maria Lavinia Biasi
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